Tari sempre più cara. Penalizzate le imprese calabresi

Lamezia Terme – 25 novembre 2019 – La tassa rifiuti TARI continua a rappresentare un peso insostenibile e spesso ingiustificato, se si considerano le iniquità che la caratterizzano per le imprese del nostro territorio. È quanto emerso dall’incontro regionale organizzato da Confcommercio Calabria dal titolo “CaraTari. Quanto mi costi?” svoltosi oggi a Lamezia Terme presso la sede di Unioncamere Calabria.

Dai dati raccolti dall’Osservatorio Tasse Locali di Confcommercio Calabria – strumento permanente dedicato alla raccolta e all’analisi di dati e informazioni sull’intero territorio relative alla tassa rifiuti (TARI) pagata dalle imprese del terziario – si conferma la continua crescita della tassa sui rifiuti, nonostante una significativa riduzione nella produzione dei rifiuti stessi, e i divari di costo tra medesime categorie economiche, sempre a parità di condizioni e nella stessa provincia.

Si evidenzia come in Calabria i settori della ristorazione e del commercio siano quelle più sofferenti, in particolare: Ortofrutta, pescherie, piante e fiori, pizza al taglio, ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie, mense, pub, birrerie, bar caffè e pasticcerie.

Dall’elaborazione dei dati la gran parte dei Comuni capoluogo di provincia continua a registrare una spesa superiore rispetto ai propri fabbisogni e sempre crescente anche la nostra Regione conferma questo trend.

La media della Tari pro capite per provincia vede in testa la provincia di Reggio Calabria con 188 pro capite. Ogni cittadino spende in media 166 euro.

Le attività imprenditoriali rappresentano il 33% delle entrate per le amministrazioni comunali

I costi che incidono di più sulla spesa delle amministrazioni comunali sono rappresentati dai costi variabili (Costi Spazz. e Lavaggio strade e aree pubbl, Costi Amm. di accertam., riscoss. e cont.) che rappresentano più il 60%, invece i costi fissi (Costi di Raccolta, trattamento e smaltimento) rappresentano il 40% dei costi.

In particolare per le imprese del terziario, si fanno sempre più evidenti distorsioni e divari di costo tra medesime categorie economiche a parità di condizioni e nella stessa Regione.

Un ristorante ad esempio in Provincia di Crotone paga mediamente 27,35 €/mq mentre in Provincia di Vibo paga 15,2 €/mq, dove la media nazionale è di 19,68 €/mq

Un’ortofrutta in Provincia di Reggio Calabria paga mediamente 30,48 €/mq mentre in Provincia di Vibo paga 13,94 €/mq, dove la media nazionale è di 24,06 €/mq

I dati dell’Osservatorio confermano che la tari continua a rappresentare per le nostre imprese un costo penalizzante, ingiustificato e gravoso.

Bisogna, dunque, applicare con più rigore il criterio dei fabbisogni e dei costi standard nel quadro di un maggiore coordinamento tra i vari livelli di governo, ma soprattutto è sempre più urgente una profonda revisione dell’intero sistema che rispetti il principio europeo ‘chi inquina paga’ e tenga conto delle specificità di determinate attività economiche delle imprese del terziario al fine di prevedere esenzioni o agevolazioni.

“I dati dell’Osservatorio sono la conferma di quanto le nostre imprese siano penalizzate da costi dei servizi pubblici che continuano a crescere in modo ingiustificato. È sempre più urgente una profonda revisione dell’intero sistema che rispetti il principio europeo ‘chi inquina paga’ e tenga conto delle specificità di determinate attività economiche delle imprese del terziario al fine di prevedere esenzioni o agevolazioni. In due parole, meno costi e meno burocrazia per liberare le imprese dal peso delle inefficienze locali di gestione”.
Klaus Algieri, Presidente di Confcommercio Calabria

Sulla stessa linea di pensiero i presidenti di Confcommercio Calabria Centrale, Pietro Falbo e di Confcommercio Reggio Calabria, Gaetano Matà che hanno preso l’impegno di sensibilizzare i comuni delle proprie aree di competenza a rivedere i livelli di tassazione che gravano enormemente sullo sviluppo delle imprese.

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